02/10/2021

“LIBERI…!” con Antonello Salis e Simone Zanchini - 2 Ottobre 2021 – ore 21,30 Castelfidardo, Parco delle Rimembranze

Incontro al vertice tra due funamboli della fisarmonica e prestigiatori dell’improvvisazione, nonché protagonisti della scena jazz internazionale.
Antonello Salis e Simone Zanchini dopo dieci anni di nuovo insieme, per gioire e sperimentare, oggi come allora, una musica senza barriere e preconcetti. La possibilità di scambiarsi continuamente i ruoli, lanciata attraverso la libera creazione estemporanea, permette ai due artisti di gustare appieno le facoltà timbrico dinamiche dei rispettivi strumenti, arricchite dai voli pianistici di Antonello e dalle raffinate incursioni elettroniche di Simone e, non ultimo, dall’autentico piacere dei due amici di dialogare tête-à- tête.

 

 

02/10/2021

Stefano Bollani e Antonello Salis CONCERTO DI CHIUSURA PIF 2021 2 Ottobre 2021 – ore 21,30 Castelfidardo, Parco delle Ri

Piano Solo, più che un tradizionale concerto al pianoforte, è un omaggio all’arte dell’improvvisazione. Nel momento in cui Stefano Bollani sale sul palco per il suo one man show, tutto può accadere. Non esiste nessuna scaletta, nessun programma di sala a cui aggrapparsi per seguire il succedersi dei brani. Lo spettatore è trascinato in un’avventura ogni sera diversa, un viaggio a perdifiato attraverso orizzonti musicali solo apparentemente lontani.
Si può passare così da Bach ai Beatles, da Stravinskij ai ritmi brasiliani, con improvvise incursioni nel pop o nel repertorio italiano degli anni Quaranta. In questo vero e proprio flusso di coscienza musicale, il riso e l’emozione si mescolano.
Una sola cosa è certa, alla fine del concerto sarà il pubblico a decidere il bis. Bollani diligentemente segna ed esegue sul momento i pezzi richiesti: un medley imprevedibile in cui il virtuosismo si mescola all’irriverenza. Il fisarmonicista ANTONELLO SALIS che duetterà con Bollani è un musicista che rimappa in maniera sistematica i canoni artistici della fisarmonica dei nostri tempi, visionario, avanguardistico che va dal geniale al bizzarro, spalla ideale di un artista eclettico ed universale come Stefano Bollani.

28/09/2021

28 SET 2 OTT. - 46° PREMIO INTERNAZIONALE FISARMONICA CASTELFIDARDO

15/07/2021

Ioanna music company feat Roy Paci

Due grandi firme ai “giovedì sonori” dell’estate castellana. Sul palco di piazza della Repubblica, salgono il 15 luglio alle 21.30 Carmine Ioanna e Roy Paci facendo dialogare il genio del trombettista con quello del fisarmonicista nel progetto Ioanna music company, di cui sono parte Giampiero Franco (batteria), Giovanni Montesano (basso, contrabbasso), Eric Capone (tastiere), Morgana Grindel (backstage). Un sodalizio prestigioso, un dialogo suggestivo, un viaggio musicale intenso attraverso un repertorio di brani originali, cover e improvvisazione a ritmo di jazz.

25/01/2020

Antonello Salis - Jaf 2020

E' stato un onore per noi conoscere e iniziare una collaborazione con una persona eccezionale, un incredibile musicista di livello mondiale, Antonello Salis.

Salis è uno dei più grandi solisti del jazz italiano. Fisarmonicista, pianista e compositore.  E’ particolarmente apprezzato il suo lavoro con la fisarmonica, strumento sul quale può essere definito un innovatore e creatore di nuove tecniche espressive che lo hanno posto all’attenzione mondiale.  Negli ultimi anni Salis è stato votato nei Jazzit Awards 2015 al primo posto tra i migliori solisti di fisarmonica  e sempre ai primi posti nelle passate edizioni, a conferma di quanto sia apprezzato dal pubblico e dalla critica.

24/01/2020

Jaf 2020

Torna il JAF ACCORDION FESTIVAL IV° edizione nella città della fisarmonica 

Castelfidardo, 24/25/26 -01-2020

 

 

05/09/2019

Pif 2019

01/06/2019

Sergio Capoferri: letteralmente folgorato dal suono della fisarmonica

Sergio Capoferri è un fisarmonicista sensibile, dall’ottima padronanza strumentale, che ama spaziare fra svariati generi musicali ma particolarmente incline alla musica classica, a quella popolare e al tango argentino. Attraverso questa chiacchierata ripercorre alcuni tra i momenti più importanti della sua carriera.

Hai studiato fisarmonica classica e corno francese. In che modo è scaturita questa scelta di studiare dapprima l’accordion per poi proseguire con lo studio del corno?

«Devo lo studio della fisarmonica classica a mia sorella Rita, perché lei la studiava, ma il suono dolce di questo strumento mi ha subito conquistato. Per quanto riguarda il corno francese, invece, tutto è partito dal gruppo “Boomerang”, formazione nella quale suonavo l’organetto. Poi, a 12 anni, mi è stata regalata una tromba dall’organista Giorgio Sgherzi. Dopo qualche anno ho effettuato l’iscrizione per tromba presso il C.D.M.A. di Ascoli Piceno, però sono stato indirizzato verso lo studio del corno francese dalla mia insegnante di fisarmonica Anna Maria Pirozzi. Dunque, mi informai e venni a conoscenza del corso gratuito di corno della durata di un anno, poiché considerato uno strumento piuttosto raro. Pertanto, fu così che mi innamorai del corno francese».

Ti sei esibito per la prima volta, pubblicamente, alla tenera età di 4 anni, a Fermo, suonando la fisarmonica diatonica. Ricordi come hai vissuto quella tua esibizione dal punto di vista emotivo?

«Non dimenticherò mai la piazza gremita. In molti gridavano «non lo vediamo». Fui preso di peso dal palco e messo su un tavolo con la mia sediolina, mentre sotto i miei piedi misi l’astuccio dello strumento. Non capivo l’euforia delle persone, perché io pensavo di fare una cosa normalissima e adatta alla mia età».

Nel corso della tua attività concertistica, Italia a parte, hai tenuto svariati concerti in Austria, Francia, Germania, Danimarca. Qual è stato l’impatto umano con il pubblico fuori dal Belpaese?

«Nelle mie esperienze all’estero ho suonato sia musica popolare che classica. Ho riscosso successo e suscitato curiosità nel pubblico. Durante i concerti percepivo l’apprezzamento per il nostro talento creativo e anche l’ammirazione verso noi musicisti italiani».

Con il “Quartetto Mantice”, formazione da te creata, hai suonato al celeberrimo Festival Internazionale della Fisarmonica di Castelfidardo. Che genere di repertorio hai proposto in quella occasione e quali sensazioni hanno provato gli ascoltatori presenti in quel live?

«Al F.I.F. di Castelfidardo, nella “Sala degli Stemmi”, abbiamo ricordato il M° Gervasio Marcosignori, proiettando sue frasi e immagini. Fu molto emozionante già solo il ricordo del maestro con il quale collaboravamo e scambiavamo idee per il quartetto. Persino una settimana prima della sua dipartita ci confrontavamo alla “Dionea”, la sua trattoria preferita a Castelfidardo. Il repertorio della formazione è classico. Questa ensemble, grazie al parere di Marcosignori, ha affrontato musica barocca come “The Arrival of the Queen of Scheba” di Hendel, l’Overture da “Lo frate ‘nnamorato” di Pergolesi, “L’estro armonica Op. 3 dal Concerto N° 11 di Vivaldi” e lo “String Quartet N° 19 (Allegro-4° Movimento) di Mozart. Trasversalmente al periodo romantico, un brano organistico come il 4° movimento “Toccato Suite Gothique” Op. 25 (Léon Boëllmann), uno orchestrale con la “Danza 8 Slavonic Dances”, “Op. 46” (Antonín Dvorák). Invece, a conclusione del concerto commemorativo per il M° Gervasio Marcosignori, il brano intitolato “Corale” di Guido Farina».

Sei stato ospitato, in qualità di fisarmonicista, presso la Sala delle Crociere della Biblioteca Nazionale a Roma per il Ministero dei Beni Culturali. Com’è nata questa interessante opportunità?

«Nel 2009, a San Benedetto del Tronto, insieme a circa venti musicisti abbiamo fondato l’associazione musicale “Riviera delle Palme”, con la quale si tennero più o meno 20 concerti sinfonici in due anni. L’orchestra fiati, sotto la direzione artistica del M° Salvatore Accardi, ha realizzato spettacoli sino a 250 partecipanti fra coro, orchestra fiati e banda cittadina. Il contatto con Roma è avvenuto in maniera naturale. Hanno conosciuto la nostra realtà e siamo stati invitati per un live. In questa occasione, per mancanza di disponibilità da parte di alcuni, ho presentato al maestro Accardi il repertorio di fisarmonica solista da lui tanto apprezzato».

Durante il tuo cammino artistico hai avuto l’onore di suonare anche in Vaticano, sia presso la prestigiosissima Sala Nervi che all’interno dell’auditorium dell’Istituto Patristico Augustinianum. Per quali circostanze sei stato invitato lì?

«Per la “Sala Nervi” sono stato invitato da Emidio Cecchini, presidente nazionale di Acli Arte e Spettacolo che era presente al concerto nella “Sala delle Crociere”. Lui mi chiese di suonare all’udienza papale per il settantesimo anniversario della fondazione ACLI, con il compito di riempire i tempi morti nel corso dell’udienza. Mentre all’auditorium dell’”Istituto Patristico Augustinianum” fui contattato direttamente dalle ACLI per commemorare la prematura scomparsa di Emidio Cecchini, in quanto artefice della mia presenza in Sala Nervi».

Nel 2018 hai inciso il tuo primo album, per sax e fisarmonica, intitolato “Scaramouche”. Quali sono le caratteristiche stilistiche di questo disco?

«Il duo sax e fisarmonica è frutto di una collaborazione di alcuni anni con il M° Daniele Berdini. Il progetto è innovativo, atto a esplorare le innumerevoli sonorità dei due strumenti. Il repertorio prevalentemente trascritto per questa formazione va dal Barocco al 900, attraverso il Romanticismo fino alla musica contemporanea, in cui non mancano arrangiamenti per musiche di film. Le diverse sonorità sono espresse anche tramite equipaggiamenti posizionati sulla fisarmonica e grazie all’utilizzo di differenti sassofoni per ottenere un’ampia gamma sonora. Nel disco figurano la “Sonata in sol minore – BWV 1020” di Bach, “Concerto  per oboe e orchestra” di Bellini, “Milaud Scaramouche” che è un brano originale per sax e orchestra, “Tango in Re” di Albéniz, “Suite Hellénique” e “Pequeña Czarda” di Iturralde e dulcis in fundo “Verano Porteño” di Piazzolla».

Suoni fisarmoniche prodotte dalla Ottavianelli Accordions, azienda di Castelfidardo. Potresti descrivere le specifiche tecniche del modello che utilizzi in studio di registrazione e nei concerti?

«Ho conosciuto l’Ottavianelli nel 2001, grazie all’amicizia con Nazzareno Carini. Ho due fisarmoniche Ottavianelli, di cui una è musette per la musica francese, swing e d’intrattenimento. Per quanto concerne la fisarmonica classica a bassi sciolti, modello conservatorio, mi sono fatto costruire un accordion esclusivo con sonorità, registri diversi nella mano destra e bassi sciolti per quinte nella sinistra, comprese delle sperimentazioni su sordine da applicare sulla stessa fisarmonica. Ricordo un aneddoto in Germania, precisamente a Colonia, al termine di un concerto con il “Quartetto Mantice”. Si avvicinarono dei fisarmonicisti tedeschi per leggere la marca della fisarmonica, oltre a chiedermi spiegazioni sugli apparati aggiunti. Tanto fu l’apprezzamento che la chiamarono “Accordion Special”. Ringrazio la “Ottavianelli Accordions” per aver costruito le mie due fisarmoniche».

Strumenti&Musica

14/05/2019

AMBASCIATORE DELLA FISARMONICA NEL MONDO

Sono felice e onorato di ricevere il riconoscimento di AMBASCIATORE DELLA FISARMONICA NEL MONDO dalla città della fisarmonica Castelfidardo! 
Al comune di Castelfidardo e tutte le istituzioni 
un sentito Grazie!! Emozionato.

Simone Zanchini

08/12/2018

Accordion Day 2018

Carmine Ioanna si appresta a portare nella sua Irpinia un altro grande nome del jazz italiano: Antonello Salis. Il magico incontro tra le due fisarmoniche avverrà il 9 dicembre, con inizio alle 18, al Bolivar di Montemarano.

La storia dei due musicisti ha diversi tratti comuni: entrambi provengono da piccoli centri, Salis da Villamar in Sardegna e Ioanna da Ponteromito, hanno iniziato a suonare sin da bambini e, a un certo punto della carriera, hanno incontrato il jazz, il primo negli anni ’70 e il secondo negli anni ’90. Salis negli anni ’70, come pianista oltre che fisarmonicista, suonando con musicisti del calibro di Lester Bowie e Paolo Fresu con cui, insieme a Furio Di Castri, costituì il trio P.A.F

07/12/2018

Jaf 2018 Domenico Saccente

Left Alone Project

La connessione tra le musiche del Mediterraneo, il jazz afroamericano e le composizioni originali trovano luogo in una musica mai scontata.
La ricerca trasversale di materiale sia antico sia contemporaneo e l'azione re-azione tipica della composizione istantanea fanno da collante tra le musiche proposte.

14/09/2018

Pif 2018 - Carmine Ioanna Quartet

Siamo molto felici della partecipazione di Carmine Ioanna al PIF – spiega Luca Ottavianelli, titolare con il fratello Simone dell’azienda produttrice di fisarmoniche dal 1937 – con uno strumento splendido che abbiamo realizzato su di lui, un pezzo unico, realizzato come l’abito di un grande sarto, fatto per esprimere bellezza e grandi doti tecniche in un assoluto comfort per chi lo utilizza. Quando sentiamo Carmine dare vita allo strumento che abbiamo costruito sul suo corpo e sulle sue caratteristiche di musicista, siamo felici per la grande bellezza che riesce a trarre dalla nostra fisarmonica”.

Non meno felice il “gitano della fisarmonica” che si esibirà in quartetto con Francesco Savoretti (percussioni), Daniele Castellano (chitarra) e Alex Gorbi (basso) per presentare al pubblico il suo ultimo lavoro “Soli in viaggio”, uscito in primavera per l’etichetta francese Bonsai Music.

In questo lavoro ho messo tanto di me – spiega Ioanna – usando la mia passione per l’astronomia per raccontare anche una mia vicenda intima: l’attesa e la nascita del mio primogenito Samuel, che ha appena compiuto un anno. La nascita di un figlio è un evento enorme nella vita di un uomo, proprio come una “Nana rossa” nello spazio, una piccola stella dove forse si può abitare. Ho immaginato per lui la “Danza delle cicogne” e cantato “Sulillo mio” un canto antico dell’Irpinia contadina in cui affondo le mie radici e che gli insegnerò ad amare. E’ un disco d’amore questo; di amore per tutte le creature, per gli animali, come “Laika” la cagnetta sacrificata nei primi lanci dello Sputnik, di amore per la mia compagna e per la mia famiglia, di amore per i musicisti del mio quartetto che sanno creare una sintonia e una condivisione che è straordinaria”

09/05/2018

Pannoni Accordion 2018

The Accordion Association of Murska Sobota announces the 13.

International Accordion Competition “PannoniAccordion”, which will take a place from 9th- 12th May 2018 in Murska Sobota, Slovenia.

08/12/2017

Jaf 2017 Raffaele Conti Trio

I sapori d’oltreoceano annunciati dal direttore artistico Simone Zanchini, trovano piena manifestazione in questo progetto che ripercorre le ere principali dell’evoluzione del jazz e delle sue influenze, fino al contemporaneo: Duke Ellington, Charlie Parker, Theloniuous Monk, John Coltrane, Chick Corea, Frank Marocco, lo stesso Zanchini. Un repertorio di canzoni italiane e composizioni originali che il fisarmonicista urbinate condivide con la chitarra di Marco Chiarabini e il contrabbasso di Alex Gorbi.

Raffaele Conti

Dopo la formazione classica, Raffaele Conti ha iniziato un percorso di perfezionamento in ambito jazzistico e improvvisativo, conseguendo la laurea in jazz presso il Conservatorio Rossini di Pesaro. Ha suonato ed è stato fondatore di varie band e gruppi sia in formazione fissa sia combo spaziando nei generi tango, folk, tradizionale, jazz, funk, musette, manuche. Collabora anche con mondi artistici laterali alla musica come la pittura e il teatro esibendosi in contesti che vanno dal “Teatro Stabile di Torino” a festival di impronta sperimentale e di ricerca artistica alternativa. Autodidatta

16/09/2017

Presentazione nuovo modello Z Double 16 con Simone Zanchini

Negli ultimi anni è cresciuta sempre di più in me l'esigenza di avere un suono personale,un suonoche fosse "mio" e non quello di una fisarmonica, il mio suono!

Per quanto ben costruite, le fisarmoniche standard non mi bastavano più, cosi' me ne sono progettata una sulla carta,che poi abbiamo concretizzato e costruito insieme alla ditta Ottavianelli Accordions di Castelfidardo.

Uno strumento costruito con i migliori materiali possibili e attualmente trovabili , sia per la cassa, interamente di liuteria in abete bianco, sia per le voci, completamente costruite a mano e ricercate una ad una.

Tutto ciò, unito ad una "registrazione" che punta tutto sul doppio 16 (doppia ottava bassa), conferisce allo strumento un suono unico, potente, molto profondo ed incredibilmente ricco di armonici.

Per questo abbiamo deciso di chiamarla Z Double 16.

Simone Zanchini

01/06/2017

Apertura nuovo showroom 01/06/2017

Da nonno Amedeo a Simone e Luca… L’azienda Ottavianelli nel segno della tradizione

 

L’azienda muove i primi passi nel 1937… Cosa è cambiato in tutti questi anni? C’è stato un processo innovativo nella costruzione delle fisarmoniche o si è rimasti fedeli alle tecniche del passato?

La nostra tipologia di lavoro nella “bottega” di famiglia (a noi piace chiamarla così…) è rimasta molto artigianale e questo per noi è un vanto. Lo strumento “fatto a mano”, secondo il nostro parere, è più curato e rifinito perché nel processo produttivo passa più volte per le mani di una persona e non per le “braccia” di una macchina. In passato poi si guardava molto alla quantità tralasciando le rifiniture estetiche. Oggi il musicista esige la cura di ogni singolo particolare. L’innovazione pertanto sta nella ricerca dei materiali, dei legni, delle pelli, piuttosto che nell’utilizzo di macchine o accessori atti a semplificare il processo produttivo.

I fratelli Ottavianelli sono, probabilmente, tra i più giovani imprenditori di settore a Castelfidardo. Quanto è importante l’apporto e l’esperienza delle figure più anziane nella costruzione di una fisarmonica e quanto è determinante inserire “forze nuove” nel ciclo produttivo delle aziende?

La figura più anziana, il supervisore, è sempre un punto di riferimento di fondamentale importanza e senza, nel caso specifico il nonno Amedeo e papà Ovidio, non avremmo maturato alcun tipo di competenza in questo settore. Fatta eccezione per le persone di famiglia però, abbiamo notato molta diffidenza tra le vecchie maestranze gelose del proprio lavoro e poco inclini a trasmettere le proprie esperienze ai giovani. Anche tra le aziende, ahimè, non c’è molta collaborazione e ognuno pensa a coltivare il proprio orticello (mors tua, vita mea…), non c’è una mentalità imprenditoriale, ad esempio se si acquistassero le materie prime in sinergia si potrebbero ottenere prezzi migliori e conseguentemente il prodotto finale avrebbe un costo più contenuto. Detto questo, è chiaro… il futuro è dei giovani e crediamo che tutte le aziende debbano inserire forze nuove per dare continuità al progetto, giovani capaci di mantenere degli standard qualitativi importanti e abili, al tempo stesso, a promuovere e collocare il prodotto sul mercato.

Voi, come altre aziende di Castelfidardo, avete puntato su una linea di produzione specifica o coprite tutto il settore? Per intenderci… So che siete molto ben inseriti negli ambienti del folk, del popolare e comunque della musica tradizionale in generale ma, sfogliando il vostro sito ho visto anche fisarmoniche a bassi sciolti… In cosa si differenziano i vostri strumenti?

Originariamente i nostri strumenti erano rivolti per lo più alla musica folk, al musette e alla musica da ballo. Oggi il mercato italiano ha un po’ rallentato e ci siamo concentrati sull’estero con una produzione più completa soprattutto con strumenti classici, jazz e da conservatorio a bassi sciolti per quinte e per terze minori. Siamo anche molto ben introdotti in Brasile con una linea particolarmente adatta al forró. Le nostre fisarmoniche, non vedendole, sono riconoscibili dal suono; una delle particolarità dei nostri manufatti è l’elevata compressione dello strumento e l’immediata risposta delle voci al tocco.

Come fa un musicista a districarsi tra le tante offerte delle aziende fidardensi? Cosa dovrebbe intrigare un fisarmonicista nell’acquisto di uno strumento nuovo? Chiaramente il suono, ma credo ci siano anche altre peculiarità…

Il musicista in genere ha le idee abbastanza chiare e sa quello che cerca… Il suono è determinante, ma una fisarmonica ha tantissime prerogative… il peso, la silenziosità delle meccaniche, l’ottima tenuta d’aria e una pronta risposta al tocco.

Negli anni si è riusciti a ridurre il peso degli strumenti e a produrre mantici più funzionali, tanto per citare alcuni particolari non del tutto trascurabili. A vostro parere, dove credete si possa ancora intervenire per migliorare le fisarmoniche che verranno?

Si sono già fatti passi da gigante e crediamo che non ci siano grossi margini per migliorare degli strumenti già eccellenti. Sono state fatte delle prove con dei prototipi in plastica e in carbonio, ma chiaramente la risposta sonora non può essere la stessa. Potrebbe essere interessante trovare delle soluzioni per silenziare ulteriormente le parti meccaniche, ma in fin dei conti parliamo di una valvola e di una pelle che battono su un fondo in alluminio e al momento non crediamo ci siano all’orizzonte dei grossi sconvolgimenti.

Quanto vi preoccupa la concorrenza delle aziende straniere e soprattutto quelle “dagli occhi a mandorla”, ammesso che possa realmente influenzare un mercato di livello come quello costituito dalle fabbriche storiche di Castelfidardo?

Inizialmente non ci impensierivamo perché il loro prodotto era comunque molto scadente anche se abbordabilissimo a livello economico. Adesso, soprattutto le aziende coreane, hanno raggiunto degli standard qualitativi leggermente superiori e, anche se si notano le differenze con i nostri strumenti, si rivelano particolarmente allettanti per quelle famiglie con i figli che muovono i primi passi nel mondo della musica.

C’è stato, innegabilmente, un innalzamento dei valori anche tra i fisarmonicisti; è notevolmente cambiato il modo di suonare nel corso degli ultimi 30 anni e, anche nei Conservatori italiani, come nelle importanti istituzioni estere, si registra un incremento delle iscrizioni. Questo comporta, innegabilmente, una maggiore richiesta produttiva, ma anche, probabilmente, una innovazione costante a fronte delle varie richieste dei musicisti…

Noi lavoriamo principalmente, circa l’80%, con i distributori e il lavoro procede in maniera abbastanza standard. In altri casi cerchiamo di assecondare le richieste dei musicisti che variano dalla scelta delle voci, all’accordatura, al peso, alla leggerezza della tastiera…

Tra i tanti artisti legati al vostro marchio figura un musicista del calibro di Simone Zanchini… Da quanto mi è dato sapere il suo è uno strumento del tutto particolare… Potreste descrivercelo?

È uno strumento in abete massello, un legno dalla sonorità eccellente e particolarmente leggero. La sua è una fisarmonica in cassotto chiamata “Z double 16” con 2 ottave basse in cassotto accordate in maniera differente e fuori con un 8” (naturale/clarinetto) e un 4” (piccolo/acuta) la cui combinazione dei suoni conferisce allo strumento un suono del tutto originale ed esclusivo adatto particolarmente per la musica jazz. Le voci sono fatte a mano modello pro e sono montate con pelle e chiodi anziché con la cera. Lui ha preteso anche delle modifiche sull’alzata dei tasti e sulla meccanica dei bassi che, nel suo strumento, sono 90.

Quando si sperimentano delle migliorie, come quelle apportate nella fisarmonica di Simone Zanchini, automaticamente vengono applicate anche negli strumenti di serie o… c’è un “out out” dell’artista?

La fisarmonica di Zanchini è uno strumento custom che non viene realizzato in serie; produciamo lo stesso modello con alcune varianti, ad esempio nel numero dei bassi e dei registri. Le caratteristiche tecniche rimangono invariate.

Per il vostro 80° compleanno vi siete regalati uno showroom in centro a Castelfidardo…

Nel mese di maggio abbiamo deciso di regalarci questo nuovo showroom ubicato in una posizione molto strategica (Porta Marina) che ci consente di avere più visibilità tra i tanti turisti e appassionati che giungono sistematicamente in città. A Castelfidardo quasi tutte le aziende di settore sono dislocate nelle 3 zone industriali e per i visitatori è avvilente arrivare in centro e non trovare un’esposizione. Per quanto ci riguarda pensiamo anche di aver dato un contributo di immagine alla “città della fisarmonica”, inoltre, per i nostri clienti è più facile provare gli strumenti in un ambiente particolarmente confortevole.

Cosa bolle in pentola? Ci saranno novità nell’immediato futuro?

In questo ultimo anno abbiamo lanciato un’ulteriore linea di fisarmonica intermedia che si colloca tra i modelli da studio e quelli professionali. La linea si chiama “Superior” e sta avendo molto successo soprattutto all’estero.

 

09/12/2016

Jaf 2016

 

Simone Zanchini irrompe al Jazz Accordion Festival di Castelfidardo con “Casadei Secondo me” e il suo quartetto composto da Stefano Bedetti (sassofono), Roberto Bartoli (contrabbasso) e Marco Frattini (batteria). Brillante, coinvolgente, mai scontato. Tutt’altro che un tributo, bensì una rielaborazione in chiave jazz con arrangiamenti originali di brani celebri attinti dal repertorio popolare di uno dei capostipiti del liscio romagnolo, Secondo Casadei.
Una performance che di questa rassegna, come spiega lo stesso Simone Zanchini. è lo specchio e la sintesi: “il jazz strizza l’occhio alla modernità, attingendo al patrimonio del folklore che ha sempre contraddistinto la fisarmonica, chiudendo così un ideale cerchio che ripartendo dalle radici della musica legata al nostro strumento fa sbocciare uno spettacolo contemporaneo e legato all’attualità”. Per il virtuoso Zanchini, la cui ricerca spazia attraverso vari campi facendo convivere con estro ed abilità più espressioni, quello odierno è un ritorno alle origini in più sensi. Una conferma del rapporto storico con Castelfidardo, dove ha partecipato giovanissimo al Premio&Concorso ma con cui ha soprattutto instaurato un legame esclusivo per la costruzione dello strumento che si è auto-progettato realizzandolo in team con la famiglia Ottavianelli per cercare sempre nuove e personalizzate sonorità; un omaggio a un’artista d’altri tempi, perché “chi nasce in Romagna e a sette anni sceglie di suonare la fisarmonica, non può non essere cresciuto respirando il linguaggio swing che nel dopoguerra decretò il successo di Secondo Casadei” .

 

20/09/2014

Pif 2014 - Simone Zanchini Jazz Quintet

Il quintetto rivisita in chiave personale uno tra i massimi esponenti viventi della fisarmonica jazz: Art Van Damme.

Ai brani del grande musicista, caratterizzati dal suono creato dal binomio fisarmonica-vibrafono, si alternano composizioni originali dello stesso Zanchini, sempre nel rispetto di quel linguaggio jazz “d’oltreoceano” che pochi hanno espresso con la fisarmonica soprattutto in Europa.

Sia con Van Damme che con un altro grande maestro della fisarmonica jazz come Frank Marocco, Zanchini ha avuto la fortuna di suonare ed è da queste esperienze che nasce il suo suono fresco e attuale.

14/10/2009

Pif 2009 Terre di mezzo trio

Terre di mezzo è inizialmente un trio formato dall'estro creativo di Simone Zanchini alla fisarmonica, Emiliano Rodriguez al sassofono e Roberto Batoli al contrabbasso. Ai tre romagnoli si è unita, in questo lavoro, la sapiente tinteggiatura del drumming di Ettore Fioravanti.

Faro, città del sud del Portogallo, dai sapori e colori meridionali, è il titolo di quest'opera seconda del quartetto (che, in alcune esperienze, è divenuto anche quintetto con la partecipazione di Gianluigi Trovesi).

Il lavoro si muove tra tematiche tanto diverse quanto affascinanti, ricche di storia e di cultura del mondo. Un sapiente dosaggio di ritmi e contaminazioni che viaggiano tra le note del jazz, alcune volte lambendole ed altre immergendosi.

Tutte le composizioni sono originali ed a prevalente firma di Zanchini e Batoli (Rodriguez è autore della sola Tataranz). Lo stile è confuso, ma nel senso positivo del termine e, d'altronde, non potrebbe essere diversamente, poiché le terre di mezzo sono proprio quei brevi tratti di terra, chiusi tra i campi coltivati e le strade intersecanti gli stessi, dove si posano i semi d'ogni genere e specie e che danno vita alla sterpaglia. Tale forma variegata di arbusti è l'identità musicale del gruppo, privo di schemi, di "potature" musicali, di cure leziose. La loro musica si muove perfettamente in tal senso. La loro libertà musicale, mentale, si evidenzia anche nei titoli dei brani, sempre ai limiti del possibile (o dell'impossibile).

Ottavianelli accordions factory snc di Ottavianelli Simone e Luca - Via IV Novembre, 52 - 60022 - Castelfidardo (AN) - P.IVA 02320580422 - TEL. 071/7206505 - FAX 071/7206505 - info@ottavianelliaccordions.it

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